OK al bilancio, rinnovato mandato politico per Mongelli
Alla fine il sindaco Mongelli incassa un rinnovato mandato politico dalla sua sbilenca maggioranza : il bilancio di previsione viene approvato con 20 voti favorevoli, assenti solo i consiglieri Giulio Scapato (Socialismo Dauno) e Luigi Vinciguerra (indipendente?), quest’ultimo ormai avvezzo a dileguarsi dai banchi dell’aula quando si tratta di conti. Si astiene Giuseppe Trecca.
I malumori delle forze politiche che hanno accompagnato il documento contabile, dunque, l’ultimo dell’era Mongelli, rientrano in un battibaleno, non appena il sindaco mette sul tavolo finanche la sua permanenza a Palazzo di Città senza un qualificato sostegno numerico alla manovra. Il che basta a far cedere anche i più riottosi, come la SEL ed i socialisti di Pino Lonigro decisi in un primo momento a far pesare gli aumenti dei tributi che accompagnano il bilancio (su tutti IMU e TARES). Ma Mongelli è forte di un parere positivo all’unanimità del collegio dei revisori (la qual cosa non accadeva da tempo) e brandisce una diffida a procedere del Prefetto. Il rischio di una risoluzione anticipata della consiliatura fa cadere ogni velleità bellicosa. La strada si fa in discesa.
Invano l’opposizione tenta di rinviare di 48 ore adducendo lo scarso lasso di tempo tra la consegna del parere dei revisori e la discussione del provvedimento. Il segretario generale spiega che la manovra ha carattere d’urgenza (entro il 16 dicembre il tempo fissato dal Ministero) ed il centrodestra, che lascia l’aula prima del voto, annuncia denunce per abuso d’ufficio all’autorità giudiziaria (saranno protocollate – fanno sapere- già in serata).
Replica l’assessore alle politiche fiscali, Rocco Lisi, che rivendica la bontà dei provvedimenti che, assicura, raggiungerebbero il duplice obiettivo di completare il risanamento dell’ente e dividere equamente il peso sui contribuenti, e denuncia per l’ennesima volta le difficoltà in cui sono costretti ad operare i comuni, stretti tra i parametri capestro del Patto di Stabilità, i tagli ai trasferimenti ministeriali e, per il Comune di Foggia, gli obblighi del decreto salvaenti.
Diverso il parere della minoranza che taccia la manovra di “incongruità, incoerenza ed inattendibilità” : “per non aver rispettato il Patto di Stabilità – scrivono i consiglieri Agostinacchio, Longo e Landella- per non aver garantito la copertura della ingente massa di debiti fuori bilancio,per non aver dopo 5 anni consecutivi ripristinato l’anticipazione di tesoreria ; per avere, nonostante l’ulteriore indebitamento, un fondo cassa pari a zero e per tutte una gran serie di omissioni e indebiti “aggiustamenti “ contabili. Motivo per cui La Destra e Forza Italia hanno chiesto l’invio degli atti alla Corte dei Conti, confermando la spaccatura, robusta, che ormai pervade anche i banchi della minoranza.
Ancor più dopo il divorzio in seno al Pdl: il gruppo azzurro non esiste più. Il consiglio di oggi è stato anche l’occasione per aggiustamenti politici: ufficializzata la nascita del gruppo di Forza Italia, col nuovo capogruppo Raimondo Ursitti. L’ex capogruppo Pdl, Ciccio D’Emilio, invece, fa mettere a verbale la sua non adesione (l’unica) al nuovo partito di Berlusconi, confermando implicitamente le voci che lo vogliono già prossimo coordinatore provinciale del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Giovanna Greco