Foggia, “Testamento biologico” no della consulta diocesana
Riteniamo del tutto inopportuno mobilitare l’amministrazione locale su un provvedimento, discutibile nella formulazione oltre che nei contenuti specifici, quando ancora manca una legge nazionale, tuttora in discussione. Non crediamo, infatti, che l’amministrazione comunale possa deliberare su una materia che può essere regolata solo con un provvedimento di natura legislativa, riservato esclusivamente al Parlamento.
L’iniziativa proposta in Consiglio comunale si presenta come un’iniziativa propagandistica che riguarda un argomento particolarmente delicato, complesso sia nei contenuti che nella possibile realizzazione, sul quale è ancora aperto – sia nel Paese che in sede parlamentare – un dibattito tutt’altro che formale, che tocca punti eticamente sensibili, sui quali è necessario riflettere adeguatamente senza accelerazioni che hanno sapore ideologico.
Ci pare, francamente, inoltre che le incertezze sul piano tecnico evidenzino l’inconsistenza contenutistica di tali frettolose iniziative. Dietro alla parola “testamento biologico” si nascondono finalità ben diverse dalla effettiva tutela della volontà di chi si trova in tali situazioni. Nessuno di noi, infatti, può dire oggi cosa penserà domani né, soprattutto, se saprà o meno vivere in determinate condizioni.
Bene esprime questo concetto tutto il pensiero della Chiesa, quando ricorda che la vita è qualcosa di più grande di noi, che ci trascende e che noi stessi non capiamo bene fino in fondo.
La stessa libertà, che da più parti si invoca a sostegno di tali iniziative, “non ha il suo punto di partenza assoluto e incondizionato in se stessa, ma nell’esistenza dentro cui si trova e che rappresenta per essa,nello stesso tempo, un limite e una possibilità. È la libertà di una creatura, ossia una libertà donata, da accogliere come un germe e da far maturare con responsabilità”
(Compendio della Dottrina sociale della Chiesa § 138).
Come Consulta Delle Aggregazioni Laicali, aggregazione che raccoglie più di 20 associazioni facenti parte dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, vorremmo invece chiedere ai nostri amministratori di concentrare e intensificare la loro attenzione su quelle famiglie e su tutte le realtà associative che, silenziosamente e amorevolmente, accudiscono persone disabili o affette da patologie con carattere permanente, al fine di meglio conoscere questa realtà e di approntare quelle indispensabili misure di sostegno a fronte di un impegno che ha un indubbio valore sociale oltre che rappresentare per tutti una esemplare testimonianza di vera umanità. red./ros.