Adoc: “Il 2013 della provincia di Foggia è stato drammatico

  • 17 Dic 13
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Adoc: “Il 2013 della provincia di Foggia è stato drammatico

E’ stato un 2013 dai due volti per Alessandro Scarpiello, segretario della Feneal Uil Foggia, e on poteva essere altrimenti vista l’importanza sul piano personale e il grande impegno profuso di fronte alla crisi del settore edile, particolarmente sentita nella provincia del Tavoliere. “Il 2013 e stato l’anno del cambio di guardia alla direzione politica della Feneal – ricorda il giovane segretario – con le dimissioni del segretario generale Pasqualino Festa e la mia seguente elezione. A Pasqualino va tutta la mia ammirazione per come ha condotto la Feneal in questi anni; e stato sempre il punto di riferimento dei rapporti unitari tra Filca e Fillea. Ho accettato l’incarico con la consapevolezza di dovermi impegnare a fondo, muovendomi nel solco da lui tracciato in questi decenni”. La situazione della provincia di Foggia non è diversa da quella del resto del Mezzogiorno e per questo serve una ricetta mirata: “E’ stato un anno di crisi così profonda – spiega Scarpiello – che se non si interviene con leggi di riforma, in particolare nel mercato di lavoro e della previdenza, e con il rilancio degli investimenti nell’industria dell’edilizia e dell’agricoltura si rischia di portare la Capitanata in un baratro irreversibile”. Nel dettaglio, i segnali ad oggi sono preoccupanti:“Si va dalla chiusura quasi totale del settore dei laterizi (Rdb – Ala Fantini) al blocco dell’edilizia pubblica e quella privata – continua il segretario della Feneal Foggia – alla chiusura di centinaia di aziende artigianali del settore. Si tratta di dati allarmanti che hanno prodotto migliaiadi disoccupati e cassa integrati, facendo aumentare una illegalità diffusa di lavoro sommerso, di aumento del caporalato di subappalti e cottimi in attività quasi abusive. Gli investimenti pur programmati da parte della Regione sono venuti meno per chiare volontà politiche. Mi riferisco alla strada regionale numero 1, la ss 16 e la viabilità delle strade provinciali, oltre al recupero disastrato idrogeologico. E’ chiaro che senza una inversione di tendenza certamente non se ne esce”.

f.f.