Congresso SEL, si arriva alle mani: la versione di Rizzi
Questa la versione sugli accadimenti di sabato della segreteria uscente del partito:
“Dopo i saluti di rito.. il Coordinatore Rizzi introduceva i lavori con la relazione su questi due anni e mezzo di attività del Coordinamento provinciale e della Segreteria del partito. Al documento politico del coordinatore uscente non veniva contrapposto alcun documento alternativo.
Nonostante la segreteria ed il coordinamento uscente operassero da tempo per dar vita ad un congresso che fosse sereno ed unitario accettando anche le differenze e le critiche costruttive, si manifestava nell’ambito dei lavori congressuali la persistenza di polemiche e contrapposizioni con i circoli di San Giovanni, San Severo “L’Alternativa”, San Nicandro e Manfredonia fin dall’inizio.
Sebbene fosse evidente che su 207 presenti con diritto di voto, i circoli di San Giovanni Rotondo, Manfredonia, San Nicandro e San Severo ‘L’Alternativa”, potessero contare su un massimo 70 delegati, concordemente – con una decisione condivisa ad ogni livello del partito – si riteneva necessario operare una mediazione per evitare uno ‘scontro diretto’, ossia il mero conteggio dei tesserati dell’una e dell’altra parte, che avrebbe visto prevalere nettamente la linea della continuità dato che gli altri circoli erano in minoranza. In particolare la commissione elettorale si faceva carico proponeva alla platea congressuale un Coordinamento provinciale costituito da 81 membri ed un collegio di garanzia che rappresentassero più ampiamente possibile i circoli di San Giovanni, Manfredonia, San Severo “L’Alternativa” e San Nicandro, giungendo quindi ad elaborare una proposta di coordinamento con una ‘quota’ di quasi il 50% dei compagni dei circoli in minoranza.
Il Congresso aveva infatti il compito (oltre che discutere del documento politico che è stato quello proposto nel corso dell’assemblea di Roma, “La Strada Giusta”: infatti nessun’altro documento è stato presentato nel corso del congresso) di eleggere gli organismi dirigenti: il Coordinamento provinciale ed il collegio di garanzia. Ed avrebbe dovuto provvedere anche ad indicare i delegati al congresso regionale e nazionale.
Al momento dell’indicazione dei compagni delegati al Congresso Regionale e Provinciale, però, i componenti degli altri circoli (Monte Sant’Angelo, Lucera, Zapponeta, Stornara, Ordona “Nilde Iotti” di San Severo tra gli altri) si rivolgevano alla presidenza invitando chi dovesse garantire l’imparzialità dei lavori a rigettare il metodo eccessivamente ‘inclusivo’ che aveva caratterizzato la proposta di coordinamento e, purtroppo, la polemica degenerava in rissa perché il metodo da ‘manuale Cencelli’ di spartizione delle deleghe non era più accettabile visto lo stillicidio di polemiche che dalla mattinata ininterrottamente aveva caratterizzato il congresso.
E, purtroppo, lo scontro degenerava dalle parole fino al contatto fisico, interessando particolarmente il gruppo di Manfredonia.
Preso atto dell’impossibilità di procedere in un clima che garantisse condizioni di serenità e tranquillità nell’ambito della discussione, la Presidenza del Congresso si vedeva costretta ad interrompere i lavori.
Sinistra Ecologia e Libertà di Capitananta non potrà essere, pertanto, rappresentata né in ambito regionale né nazionale.
Un risultato che ci lascia con l’amaro in bocca e che dimostra come, nonostante lo strenuo sforzo di portare correttamente avanti una politica fatta di proposte, di passioni, di progetti - nonostante tutta la disponibilità delle commissioni di includere ogni idea, anche in disaccordo con quelle della maggioranza – non sia stato possibile mettere d’accordo circoli e compagni che, evidentemente, non condividono lo stesso concetto di Politica. Di quella Politica che costruisce e che non distrugge di cui – in questi due anni e mezzo – il Coordinamento provinciale e la segreteria si è sempre fatta promotrice”. /gg